A disagio con se stessi: disturbo dell'immagine corporea

05 Febbraio 2021
Antonio Ciociaro
A cura di Antonio Ciociaro
 

“L’immagine corporea è il modo in cui le persone si sentono rispetto a come appaiono e rispetto al funzionamento del proprio corpo. Può includere pensieri e sentimenti riguardanti il peso, la forma, il colore della pelle, la taglia, l’altezza e il proprio aspetto in generale. Lo sviluppo dell’immagine corporea è complesso e la ricerca dimostra che può essere modellato sia dalle caratteristiche dell’individuo che dalla biologia, nonché dall’influenza del gruppo dei pari, della famiglia, dei media e della società e cultura in cui viviamo. Ne deriva che due persone possono apparire identiche, ma avere un’immagine corporea completamente diversa.”

All Party Parliamentary Group on Body Image, 2012

La body image o immagine corporea, quindi, è il risultato dell'unione tra l'antropometria e la psicologia e si identifica con la rappresentazione soggettiva del proprio corpo. Le immagini pubblicitarie e i social media definiscono una sorta di modello ideale, spesso inavvicinabile, a cui ispirarsi. Questi modelli ideali influenzano molto i soggetti più sensibili rispetto ai dati antropometrici medi della popolazione, non è raro infatti che le insoddisfazioni per le proprie forme corporee nascano anche in situazioni in cui il peso è normale o addirittura più basso rispetto agli standard antropometrici (ad esempio per indici di massa corporea compresi tra 18,5 e 25 o sotto il 18,5 indicanti rispettivamente situazioni di normopeso e sottopeso).

Nel sesso femminile, secondo alcuni studi, questo fenomeno sembra più pronunciato ma è in forte aumento anche nel sesso maschile. Il disturbo dell’immagine corporea, inoltre, è un disturbo frequente in pazienti affetti da disturbi alimentari.

Si manifesta quindi con un’alterata percezione del proprio corpo che viene percepito generalmente più grasso, gonfio e sproporzionato di come è nella realtà. 

Il dismorfismo corporeo insorge generalmente tra i 12 e i 17 anni e nella maggior parte dei casi sfocia in compromissioni importanti nelle principali aree della vita, con circa il 20% di giovani che abbandonano la scuola e un’alta percentuale di ospedalizzazioni.

Chi soffre di dismorfismo corporeo considera il proprio corpo brutto, anormale o deforme e può porre l’attenzione su una sola o più aree corporee (generalmente la pelle, i capelli, i peli o il naso) o per una generale asimmetria percepita nel corpo.

Come nei disturbi alimentari, si rileva la tendenza a confrontare il proprio corpo con quello degli altri e sono presenti continui controlli sul corpo. Nei maschi si evidenziano spesso preoccupazioni legate ai genitali e può essere presente dismorfismo muscolare (timore di avere una costituzione troppo piccola o insufficientemente muscolosa, è presente quasi esclusivamente nei maschi), nelle femmine è invece più probabile l’associazione con un disturbo alimentare. A complicare il quadro ci sono evidenze secondo cui i soggetti affetti da disordini alimentari sarebbero maggiormente inclini a confrontare la propria apparenza con quella degli altri, impegnando anche diverse ore al giorno tanto in confronti tra sé e gli altri, quanto in pratiche di body checking (continuo monitoraggio del proprio corpo alla ricerca di eventuali difetti), entrambi considerati veri e propri rituali di controllo.

Essendo così vario e ricco di elementi variabili, il fenomeno dei disturbi legati alla percezione dell'immagine corporea ha bisogno dell'intervento di numerose figure professionali (medici, nutrizionisti, psicologi, psicoterapeuti ecc.) che sapranno trattare sotto ogni aspetto queste condizioni.

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