Depressione e ansia sono due disturbi molto comuni e rappresentano le categorie nosografiche psichiatriche più frequentemente diagnosticate. Queste due condizioni sono molto legate tra loro, tanto che si sente comunemente parlare di “depressione ansiosa” o di “sindrome ansioso-depressiva”, ma qual è realmente la relazione tra queste due condizioni psicopatologiche?
Iniziamo col definire l’ansia: è un termine largamente usato per indicare un complesso di reazioni cognitive, comportamentali e fisiologiche che si manifestano in seguito alla percezione di uno stimolo ritenuto minaccioso e nei cui confronti non ci riteniamo sufficientemente capaci di reagire.
L’ansia di per sé non è un fenomeno anormale. Si tratta di un’emozione di base, che comporta uno stato di attivazione dell’organismo quando una situazione viene percepita soggettivamente come pericolosa. L’ansia di tipo normale, dunque, ha le sue radici nella paura e nella preoccupazione ed è importante perché è funzionale alla sopravvivenza. Tuttavia, diventa un pericolo quando si manifesta troppo spesso e in momenti inappropriati ed è talmente intensa e duratura da interferire con le normali attività di una persona.
Dal punto di vista cognitivo i sintomi tipici dell’ansia sono:
Senza entrare nel dettaglio, i disturbi d’ansia comprendono:
Le cause sono molteplici, potremmo parlare di un coinvolgimento di:
Un disturbo d’ansia può essere quindi scatenato da stress ambientali, come la rottura di un rapporto importante o l’esposizione a un disastro in cui la vita è messa a rischio. L’ansia può anche essere causata da una patologia medica generica oppure dall’uso o dalla sospensione (astinenza) di una sostanza psicoattiva. L’ambiente circostante può influire anche nel momento in cui viviamo con un soggetto ansioso, aumentando la probabilità di sviluppare un disturbo d’ansia.
Il disturbo ansioso può creare disagio e interferire talmente tanto con la vita di un individuo da causare depressione. Dopo l’ansia, la depressione è la malattia mentale più comune ed è la seconda causa di disabilità secondo l’OMS, seconda solo all’infarto.
Circa il 30% delle persone che ricorre al medico di base presenta sintomi di depressione, ma meno del 10% di esse ha una depressione grave.
Il termine depressione viene spesso utilizzato per descrivere lo stato d’animo triste o scoraggiato che deriva da eventi emotivamente angoscianti, come un disastro naturale, una malattia grave o la morte di una persona cara. In questo caso generalmente è di carattere temporaneo, dura giorni piuttosto che settimane o mesi e si presenta in ondate che tendono ad essere legate a pensieri o a richiami dell’evento angosciante. Inoltre, non interferisce in modo sostanziale con le funzioni vitali, indipendentemente dalla durata nel tempo.
La depressione può comunque insorgere o peggiorare indipendentemente da eventi particolarmente stressanti. I sintomi di depressione in genere si sviluppano gradualmente, nell’arco di giorni o settimane, e possono variare notevolmente.
È fondamentale rivolgersi a un medico che è l’unica figura qualificata e capace di fare diagnosi di questi disturbi in base ai sintomi e indirizzare verso la terapia o l’insieme di terapie più efficaci.
Dal punto di vista alimentare sappiamo che i disturbi alimentari, spesso caratterizzati da forme variabili di ansia e depressione, possono essere scatenati anche da diete squilibrate, fortemente ipocaloriche, restrittive e fatte in modo irrazionale senza il controllo di uno specialista.
Ecco altri consigli, posto che il trattamento varia in base all’entità del disturbo:
Proser Life è un prodotto di Mediplant a base di Tiglio, Passiflora, Valeriana, Boswellia (per favorire il rilassamento in caso di stress) e Lavanda (per favorire il tono dell’umore).
Bibliografia:
Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali (DSM-5), American Psychiatric Association (APA)
Manuale MSD
Istituto di Psicologia e Psicoterapia Comportamentale e Cognitiva (IPSCO)