I prodotti senza glutine non fanno dimagrire

24 Marzo 2021
Chiara Fiorino
A cura di Chiara Fiorino
 

Da un paio di anni a questa parte si è diffusa la moda dei cibi gluten free, considerati cibi più sani (in quanto privi di quella sostanza causa di tutti i mali che sarebbe il glutine) e addirittura da preferire per perdere peso.

La dieta senza glutine si è affermata negli Stati Uniti, grazie anche all’ elogio da parte di alcune celebrità come Gwyneth Paltrow e Oprah Winfrey, oltre all’essere promulgata attraverso centinaia di libri.

Ovviamente, come la maggior parte delle notizie da ultima scoperta in ambito nutrizionale, anche questa è infondata. E andiamo a capire il perché.

Partiamo dal capire cos’è il glutine. Il glutine è un complesso proteico (insieme di proteine) contenuto in alcuni cereali tipici della nostra alimentazione, come grano, orzo e segale.

Queste proteine non hanno nulla di strano (o di tossico) rispetto a tante altre che introduciamo quotidianamente con i vari cibi che mangiamo. Solo una categoria di persone deve assolutamente eliminarlo dalla propria dieta: i celiaci.

Nella persona affetta da celiachia, infatti, il glutine scatena una risposta infiammatoria (di tipo autoimmune) tale da provocare un danno alla mucosa intestinale, compromettendo così l’assorbimento di tutti i nutrienti (ricordiamo che l’intestino è l’organo deputato all’ assorbimento delle sostanze nutritive derivanti dalla digestione).

La persona celiaca che non elimina il glutine soffrirà quindi di un’infiammazione cronica all’intestino e di deficit da malassorbimento. Tutto ciò si potrà manifestare sia con sintomi intestinali (nausea, vomito, diarrea, stipsi e addome gonfio) che con sintomi extra intestinali (sintomi neurologici, dermatite erpetiforme, anemia, problemi di fertilità etc). In casi più rari la celiachia può anche essere asintomatica, pur continuando a danneggiare l’organismo.

Pertanto, per il soggetto celiaco, l’unica terapia possibile sarà un’alimentazione completamente priva di glutine. È importante evidenziare che il tasso di prevalenza di celiachia in Italia è dell’1% (ovvero una persona su cento è celiaca*1).

Per chi non soffre di celiachia, l’eliminazione del glutine non può apportare alcun beneficio, soprattutto in termini di dimagrimento.

Ricordiamo infatti che il glutine, tra le sue proprietà, ha quello di essere un addensante, motivo per cui viene aggiunto anche in preparati industriali come zuppe, salse, sughi pronti.

Nei cibi gluten free tale proprietà sarà compensata dall’aggiunta di olii e grassi vari che, se da una parte sostituiranno il glutine rendendo i prodotti densi e friabili, dall’altra apporteranno maggiori calorie. Motivo per cui non è raro che alcuni prodotti senza glutine, alla fine risulteranno più calorici rispetto ai loro “fratelli” contenenti glutine.

Inoltre diversi studi hanno dimostrato che i celiaci a dieta senza glutine da lungo tempo possono andare incontro a carenze di micronutrienti, come le vitamine del gruppo B, il ferro, il magnesio, l’acido folico e anche la fibra proprio perché maggiormente presenti negli alimenti che vanno esclusi.

Un altro punto da non sottovalutare è il lato economico. I cibi gluten free sono molto più cari rispetto agli alimenti contenenti glutine. Ciò ha fatto spinto l’industria alimentare a spingere il marchio “gluten free” come indice di salubrità, in modo da espandere la richiesta di questi cibi dalla “nicchia” dei celiaci al grande pubblico. E approfittando della grande disinformazione sull’argomento, sempre più persone oggi acquistano cibi senza glutine (spendendo più denaro) senza averne una reale necessità. Per di più rischiando di ottenere effetti controproducenti sulla propria salute. Negli Stati Uniti si era arrivati addirittura ad etichettare come gluten free persino i cosmetici, anche se la sostanza, per causare danni, deve essere ingerita.

Prima di seguire le mode del momento è dunque importante informarsi per bene. Chi elimina il glutine dalla propria tavola deve averne un reale bisogno e soprattutto dev’essere seguito da un professionista che indichi delle alternative adeguate al fine di non incorrere in rischi per la propria salute.

Fonti:

https://ilfattoalimentare.it/

https://www.epicentro.iss.it/

 

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